Cause diabete nel gatto
Molteplici fattori contribuiscono all’istaurarsi della resistenza all’insulina, tra questi: obesità, inattività, dieta e alcuni farmaci. Anche la genetica può rappresentare un fattore di rischio, il gatto Burmese, ad esempio, sembrerebbe essere più suscettibile rispetto ad altre razze.
Esistono anche patologie che possono predisporre all’insorgenza del diabete, come il morbo di Cushing, l’acromegalia, malattie renali, infezioni sistemiche e pancreatiti.
Cause gatto
Obesità
L’obesità è uno dei più importanti fattori che determinano insulino-resistenza nel gatto.
Alterazioni metaboliche
Alcune malattie metaboliche possono interferire con il normale metabolismo dei grassi e alterare gli equilibri ormonali.
Trattamenti prolungati con progestinici e cortisone
Esistono dei farmaci, come i progestinici e i cortisonici, che predispongono allo sviluppo del diabete mellito se utilizzati per trattamenti prolungati.
Obesità
Il fenomeno dell’obesità si riscontra con frequenza negli animali domestici ed è correlato ad un aumento di 4 volte il rischio di contrarre il diabete. L’eccessivo aumento di peso nel gatto, oltre a contrastare la sensibilità all’insulina, determina alterazioni metaboliche, che includono squilibri nel metabolismo dei lipidi che possono ulteriormente aggravare il quadro clinico.
L’obesità è in forte aumento nei paesi sviluppati. Carenza di stimoli, mancanza di esercizio fisico, noia e snack altamente calorici possono essere annoverati fra i fattori che determinano un eccessivo aumento di peso nel gatto.
Alterazioni metaboliche
Alcune malattie metaboliche del gatto, come il morbo di Cushing o l’acromegalia, possono interferire con la sensibilità all’insulina o con il normale metabolismo dei grassi, alterando gli equilibri ormonali e favorendo accumuli nocivi.
L’acromegalia, malattia causata dall’aumento della produzione dell'ormone della crescita, è piuttosto frequente nel gatto maschio anziano e può determinare una notevole resistenza all’azione dell’insulina.
Nel morbo di Cushing si alterano i meccanismi che regolano la produzione di glucosio con conseguente iperglicemia e ridotta risposta all’attività dell’insulina.
Trattamenti prolungati con progestinici e cortisone
I farmaci progestinici mimano l’azione del progesterone, che aumenta la resistenza all’azione dell’insulina.
I cortisonici, invece, favoriscono l’accumulo di lipidi, aumentano la glicemia e riducono la sensibilità dei recettori dell’insulina. I recettori funzionano come una sorta di interruttore che può azionarsi più o meno facilmente e può quindi essere più o meno sensibile alla sostanza che lo attiva.