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Diabete nel gatto: obesità e altri fattori di rischio

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Mese della salute del gatto adulto

Non aspettare di vederlo abbattuto o inappetente, questi potrebbero essere segnali di una malattia già in corso.

È sufficiente una visita annuale dal Veterinario per controllare il suo stato di salute e agire tempestivamente con un esame di approfondimento, nel caso fosse necessario.

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Fattori di rischio

Molteplici fattori contribuiscono alla resistenza all’insulina, tra questi la genetica, l’obesità, l’inattività, la dieta e alcuni farmaci. Il gatto Burmese sembrerebbe essere più suscettibile rispetto ad altre razze, così come nel Norvegese delle foreste.

Tra i farmaci, i cortisonici e i progestinici riducono la sensibilità all’insulina, soprattutto nelle formulazioni long-acting o in caso di somministrazioni ripetute.

Anche alcune malattie come il morbo di Cushing o l’acromegalia possono predisporre l’insorgenza del diabete nel gatto, così come le malattie renali, le infezioni sistemiche e le pancreatiti. Per quanto riguarda queste ultime, si ritiene che, nella maggior parte dei gatti, non siano una causa sufficiente all’instaurarsi di una condizione di diabete, ma possono contribuire alla diminuzione numerica delle cellule deputate alla produzione di insulina.

Obesità

L’obesità è uno dei principali fattori che determinano insulino-resistenza. È stato riscontrato che gatti che aumentano il loro peso corporeo di 2 kg in 10 mesi dimostrano un calo nella sensibilità all’insulina del 50%.

L’alta prevalenza dell’obesità negli animali domestici è multifattoriale: stile di vita, alimentazione spesso ricca di snack ipercalorici, mancanza o insufficiente attività fisica, sterilizzazione.

In particolare nel gatto, l’aumento di peso, oltre a contrastare la sensibilità all’insulina, determina alterazioni metaboliche che favoriscono l’accumulo di grasso a livello viscerale, predisponendo non soltanto al diabete, ma anche ad altre patologie di carattere endocrino e metabolico.

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